Il Movimento dei Forconi (ndr IL POPOLO DE I FORCONI ), dopo la protesta avviata all’inizio dell’anno ha deciso di candidare un proprio rappresentante alla guida della Regione Sicilia per proporre un cambiamento per una terra che ha dimenticato la propria vocazione principale. Mariano Ferro,leader del movimento, risponde alle nostre domande.
1. Quali saranno i primi interventi d’urgenza che saranno messi in atto per risanare il bilancio pubblico?
Il primo è proprio quello di guardare il bilancio perchè non abbiamo capito come è messa questa Regione. C’è chi parla di 21 miliardi di euro e in tal caso ci sarebbe solo da firmare il default, “prendere le carte e portarle in tribunale come succede nelle aziende normali”. Vederemo il da farsi e sicuramente ci saranno dei tagli da fare alle spese inutili e ai privilegi fino ad oggi adottati dai nostri deputati. Si tratta di tagli dolorosi ma è tutto quello che si mette in atto nelle aziende “normali” ma comunque bisogna partire da un bilancio reale.
2. Quali sono i temi principali che affronterà immediatamente se sarà eletto?
Ci sono molte cose da fare anche a costo zero e una noi l’abbiamo già proposta a gennaio: una legge per difendere i prodotti agricoli di questa terra che – anche se a qualcuno non piace – vive con l’agricoltura. Questi prodotti si difendono con la legge anti-taroccamento e punendo severamente chi porta i prodotti dall’estero – come ad esempio il ciliegino da Tunisi e i limoni dall’Argentina – e li taroccano privando i consumatori del valore aggiunto Siciliano (perchè i nostri prodotti hanno un valore aggiunto). Questo intervento costa “zero euro”: basterebbe modificare l’attuale sanzione di 600 euro di multa e una denuncia a piede libero e incrementarla fino a 600 mila euro e la chiusura dell’azienda per 5 anni. Nessuno taroccherebbe più i prodotti siciliani.
3. Lombardo negli ultimi giorni della sua Presidenza parlava dell’eccessivo numero di dipendenti che “ci sono e non si possono ammazzare”. Come pensa di risolvere questo problema?
Se l’avesse detta qualcun altro forse non verrebbe da ridere ma, dato che quest’affermazione arriva da chi ha contribuito ad aumentare il numero dei dipendenti per creare una “macchina di vuoti”, c’è veramente da riflettere. Purtroppo, però, ha ragione: “non si possono ammazzare”. Bisogna semplicemente utilizzarli in modo migliore o comunque in modo migliore o quantomeno produttivo. Non ci possiamo più permettere l’esternalizzazione dei servizi e fare tutto “in famiglia” dai rifiuti alla sanità ai servizi sociali. C’è chi afferma che non si possono utilizzare i forestali per “altre mansioni” ma non si può nemmeno perdere il posto di lavoro: bisogna adattarsi.
4. La formazione e i forestali, due “argomenti bollenti”?
Sì ma sono solo quelli che si conoscono. L’agricoltura, l’industria, l’inquinamento non sono tutti argomenti “bollenti”? Questi sono quelli “più caldi” perché dipendono direttamente dall’apparato regionale e quindi si conoscono maggiormente ma ci sono altre questioni – ugualmente o molto più – “calde”. La Sicilia “sta bollendo tutta”, è una regione che “sta affondando”, è ferma e l’economia è “al palo” e bisogna rimettere in moto tanti meccanismi perché tutte queste posizioni che vengono dal pubblico o dal privato possono ritrovare una prospettiva e un futuro.
5.Ha già un’idea degli assessori che l’accompagneranno durante il mandato? Si tratterà di tecnici o politici?
Persone “per bene” e qualificate. Nel passato abbiamo visto magistrati fare assessori alla sanità o ingegneri fare assessori all’agricoltura… in questa terra abbiamo visto tutto. Oggi serve mettere le persone giuste al posto giusto e che soprattutto siano persone per bene. Non importa se tecnici o politici, basta che sia una brava persona e lo afferma una persona che ha “qualcosa da ridire” nei confronti della classe politica. Se c’è qualche politico – e al momento non ne abbiamo nemmeno uno – in gamba io dico “perchè no?” Ma al momento credo sia meglio parlare di tecnici che sappiano “cosa scrivono”.
6. Quali soluzioni intende adottare per ridurre i costi della Sanità senza ledere il diritto alla salute dei cittadini ed evitare l’esodo dei malati in altre regioni italiane?
Io sono un cittadino comune e andando in ospedale mi rendo conto che molte strutture sono diventate dei “poliambulatori”. Spesso, per fare un’operazione che richiede una maggiore specializzazione, bisogna prendere un aereo e andare al nord. Noi abbiamo delle eccellenze anche nel settore della sanità e dobbiamo metterle a frutto. Quello che al momento serve è avere meno sanità privata a vantaggio di quella pubblica: c’è molta sanità privata che prende fondi pubblici e molta sanità pubblica che deve essere rilanciata buttando fuori gli sprechi e i primari che vengono dalla politica.
7. Viabilità su strada e su rotaie e il prezzo della benzina: gli imprenditori soffrono gli eccessivi costi di trasporto. Cosa risponderebbe a un imprenditore che ritiene poco vantaggioso investire in Sicilia?
“Noi” siamo imprenditori… i “Forconi” sono imprenditori… non altri ma “noi”. Noi abbiamo chiuso le nostre aziende, il nostro sogno è quello di riaprire le nostre aziende e non ci interessa fare i deputati. Tutti quelli che abbiamo protestato a gennaio abbiamo un sogno: quello di riaprire i cancelli delle nostre imprese e tornare a lavoro nelle nostre aziende per dire: “la mia vita professionale è iniziata qui, l’ho lasciata qui e voglio finirla qui”.
Questa classe politica, purtroppo, non ci permette di fare questo e allora a tutti gli imprenditori che si trovano nelle nostre stesse condizioni e pensano che in Sicilia non ci siano prospettive io dico “coraggio”, forse c’è un’alternativa che vuole dare a quelle imprese e quelle aziende che vogliono riparture una speranza.. non un futuro ma una “speranza” di ripartire.
Vedremo come fare ma certamente non come “quelli” che oggi ci danno una ricetta per rimettere in moto l’economia di quest’isola. “Loro”, però, l’hanno distrutta quest’isola e sarebbe meglio che se ne andassero. Abbiamo subito un raggiro, un inganno: vogliono mettere davanti delle facce (si riferisce ad alcuni candidati alla Regione) che sicuramente sono più pulite ma dietro queste facce c’è lo stesso armamentario che ha distrutto quest’isola.
Noi ringraziamo Raffaele Lombardo di averci fatto vedere all’opera la maggioranza sia di centro – destra sia di centro – sinistra, le stesse coalizioni che oggi si propongono per governare la Sicilia… noi le abbiamo viste proprio tutte.
Non voglio dire nomi e cognomi delle persone che stanno dietro Musumeci e Crocetta, non voglio dirli perché sono stati al potere per 5 anni. Questo è il cambiamento?
8. Come pensa di rivalutare il Turismo in Sicilia?
Semplicemente guardandolo con attenzione perché abbiamo posti meravigliosi. Noi Forconi abbiamo girato la Sicilia prima dell’8 luglio, prima di arrivare a Villa San Giovanni. Devo dire che io non la conoscevo e sono rimasto stupito dalle meraviglie di questa terra. Pensiamo a come valorizzare tutto che abbiamo e che è stato distrutto… perché sì, molti posti sono distrutti.
Porto Empedocle, le insenature di Priolo, il degrado fuori dal comune Gela. Oggi dico che questa terra ha ancora modi e mezzi per salvarsi e bellezze architettoniche che ci invidia tutto il mondo. Bisognerebbe solo valorizzarle in qualche modo e sostenere quegli imprenditori che vogliono lavorare con il turismo, una delle risorse della nostra isola. I fondi europei, invece, non sono stati utilizzati in modo proficuo ma messi a disposizione degli “amici” che hanno cementificato e abbandonato.
I Forconi con Mariano Ferro. Ascolta l'intervista: "Scompariranno Prefetture e salteranno pagamenti"
I Forconi scendono in campo. Parte la campagna elettorale per le Regionali di Mariano Ferro, candidato alla presidenza per il Movimento dei forconi. "Rifiutato posti sicuri in parlamento per metterci la faccia"
ELEZIONI SICILIANE: perché voto i FORCONI di Mariano Ferro
di Daniela Di Marco
Sono siciliana. Sono nata a Palermo e a Bagheria ho vissuto per 24 anni della mia vita. Come tanti giovani coetanei sono emigrata alla ricerca di un lavoro che mi permettesse di sopravvivere e così ho firmato i primi contratti, ovviamente a tempo determinato, perché anche in tempi non sospetti (con la crisi ancora di là da venire), i nostri governi, indifferentemente di sinistra o destra, si sono divertiti a distruggere il mondo del lavoro, rendendolo atipico e precario, trasformando così la nostra penisola in una repubblica fondata sullo stage.
Da lontano ho seguito le vicende siciliane, ho seguito il suo lento e inesorabile declino, la sua agonia. L’arrivo della crisi ha solo accelerato il malessere diffuso, portando i siciliani ad un punto di non ritorno. Esagero? La Sicilia risulta essere la regione con il più alto tasso di disoccupazione giovanile dell’intera Europa. Su poco più di 5 milioni di abitanti, 1 milione e 400 mila è disoccupato. Nel primo trimestre di quest’ultimo anno sono andati persi 35 mila posti di lavoro, (100 mila negli ultimi sei anni), hanno chiuso i battenti 28300 imprese agricole, a causa dell’aumento dei costi e della stretta creditizia. I 2200 operai della ex Fiat di Termini Imerese, in cassa integrazione dal 1° Gennaio 2012, si trovano in un limbo di incertezze; a loro fanno compagnia i 400 operai del settore petrolchimico dell’Eni di Gela, anch’essi in cassa integrazione da giugno, gli operai della Italcementi e i 1800 operai della Gesip (società che gestisce i servizi pubblici) che proprio ieri, in massa, hanno invaso le strade di Palermo, per difendere il diritto al lavoro e la dignità delle famiglie.
La situazione in Sicilia è ormai insostenibile, alla mancanza di lavoro, ai prezzi che crescono sempre più, si aggiunge il pizzo della Serit, terrore vero dei cittadini, ti porta via denaro, casa, terre, tutto, facendo rimpiangere i vecchi estorsori di un tempo. Si aggiungono le politiche nazionali volte a salvaguardare banche e finanze con i sacrifici dei lavoratori onesti. Tagli, tasse, Imu, Iva, vogliono la pelle! Assieme alla miseria è cresciuta e si è diffusa una grande indignazione.
In questo contesto sono nati i Forconi. Contro questo stato di cose si sono scagliati. Avevano mosso i primi passi nel 2011, e in poco tempo si sono fatti conoscere. Hanno fatto da collante alla rabbia diffusa, alla voglia di riscatto. Hanno avuto la capacità di portare in strada il popolo di Sicilia. A gennaio, dopo la settimana calda dei blocchi, grazie a loro, studenti, precari, pescatori, autotrasportatori, agricoltori, uomini, donne e pensionati, hanno manifestato fra le vie di Palermo. Erano migliaia, una società intera.
La stampa, assieme a una certa sinistra spocchiosa e borghese, si è distinta per la campagna denigratoria nei loro confronti. Li hanno accusati di essere mafiosi, padroncini, in cerca di visibilità. Prima li hanno infamati, poi li hanno ignorati.
I Forconi non si sono arresi, sono andati avanti nelle loro battaglia, con le loro sacrosante rivendicazioni. Il loro primo obiettivo è stato svegliare i siciliani. Con la carovana, in giro per tutta l’isola, hanno cercato di infondere fiducia e coraggio, hanno esortato a non abbattersi, a trovare la forza di combattere in prima linea, a non compiangersi con un misero “tanto non cambia mai niente”. Con l’esempio, con determinazione, ci hanno messo la faccia, senza vergogna.
Il 28 ottobre si vota per eleggere il governatore e i deputati regionali. I Forconi hanno deciso di partecipare alla tornata elettorale, di candidarsi per occupare i palazzi del potere e cambiare tutto radicalmente.
A chi gli contesta questa scelta, hanno risposto che non avevano alternative. O chiudersi in casa, arrendersi, o provare questa strada.
Gli errori li hanno commessi, hanno fatto pubblica ammenda per aver creduto nel dialogo e nei tavoli tecnici del governo regionale e nazionale. Hanno riconosciuto che non dovevano fermare la protesta massiccia dei mesi scorsi. Hanno pagato caro con il reflusso seguito. Hanno avuto il tempo necessario per prendere le distanze da chi cercava di cavalcare l’onda, di sfruttare il Movimento per fini personali.
Da gennaio personaggi loschi come Martino Morsello sono ufficialmente fuori dai Forconi. E’ Morsello, purtroppo proprietario del vecchio simbolo, ad allearsi con Sgarbi e Forza nuova per queste elezioni e sostenere come presidente Cateno De Luca, rinviato a giudizio per abuso d’ufficio, tentata concussione e falso.
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