Un miliardo e seicento milioni di euro di progetti presentati in Sicilia a fronte di bandi per cento milioni di euro. Oltre ai tecnicismi ed ai numeri era questo in sintesi ieri sera l'argomento della serata alla Camera di Commercio di Ragusa discutendo sulle modalità di attuazione dei bandi per due miliardi e duecentomilioni di euro del PSR Sicilia. Saranno in grado le aziende siciliane di sostenere gli investimenti necessari, visto la forte crisi e la chiusura da parte delle Banche del rubinetto dei prestiti? Quanti saranno i "fortunati " che riusciranno a portare avanti un progetto di innovazione dell'azienda ? Può la Politica Siciliana permettersi di abbandonare tantissimi piccoli produttori che vorrebbero innovare ma non possono ? Perchè, visto il difficile contesto, non chiedere all'Europa una drastica semplificazione di queste norme ? Perchè non impegnare parte della spesa ad aiutare i piccoli ad innovarsi ed a diventare un pò più grandi ? Perchè non chiedere all'Europa una deroga sugli aiuti di Stato in merito alle passività aziendali considerato che ben venti miliardi di euro di aiuti di Stato sono passati in una notte per le banche ?
Perchè perdere questa unica corposa opportunità scegliendo di aiutare solo chi è già con le spalle larghe e gettando al vento l'inestimabile patrimonio di professionalità consolidata delle svariate migliaia di piccole e medie imprese ? Non si può non essere d'accordo col rappresentante del Governo Crocetta che ieri sera, ancora una volta, ha preferito raccontare alla platea la Sicilia agricola dei successi, ma la domanda che non ci da pace rimane sempre la stessa: ci si può permettere di non cercare una soluzione politica per aiutare quel mondo dell'eccellenza che è rimasto commercialmente più indietro ad annaspare nel mare delle difficoltà ?
Cosa ne facciamo di quelle migliaia di questo mondo ? Tra qualche mese i siciliani sceglieranno un nuovo Governo: questa volta più che mai il tema è il destino di questa terra. I prossimi cinque anni faranno da sparti acque, ci sarà da capire e scegliere tra chi da una parte vuole continuare ad obbedire ad un'Europa dei pochi ricchi sempre più ricchi e dall'altra a chi vuole "proteggere" questa terra dagli attacchi commerciali sleali cercando di ripristinare un giusto riequilibrio nella redistribuzione della ricchezza.